“Esami” in azienda: i manager che fanno crescere le persone
È periodo di esami: a scuola e in università. Perfino in famiglia, dopo un anno in cui la pandemia ha fatto riemergere con prepotenza il problema della natalità.
Ma la fine del secondo trimestre dell’anno è anche un momento di bilanci per l’azienda. Abituati come siamo alle rendicontazioni trimestrali, con il ROI (ndr. Return of Investment che esprime quanto rende il capitale investito da un’azienda) che diventa il chiodo fisso di tante organizzazioni. E, nonostante ciò, ci rendiamo sempre di più conto di quanto sia importante valutare il ROF, il Return on Future, cioè scommettere sul proprio futuro e investire su alcuni punti cardine: innovazione, giovani talenti, digital transformation, reskill delle proprie risorse.
Eppure, serve ancora qualcosa in più. Oggi avremmo bisogno di valutazioni dei manager che hanno deciso di lavorare essenzialmente sulle persone e che siano valutati proprio sulla capacità di far crescere le persone, come del resto nel 1997 già Arie De Geus auspicava in The living company (Harvard Business School Pr), un libro che probabilmente non tutti gli economisti del futuro conoscono ancora…
E se guardiamo al contesto contemporaneo, a quello che abbiamo imparato durante la pandemia, sogniamo una valutazione dei manager costruita non solo su ROI e ROF, ma su tre assi fondamentali: costruire relazioni positive a servizio del bene comune; dare l’esempio e ispirare; essere riconosciuti autorevoli a partire dalla capacità di ascoltare l’altro.
Far crescere le persone mettendo al centro: relazioni, esempio, ascolto.
È proprio vero che gli esami non finiscono mai. Soprattutto in azienda.
Esami in azienda
Sonia Vazzano