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Giulia farà l’ingegnere

  • Categoria dell'articolo:Inclusione

“Ricordo perfettamente quel professore molto anziano alla facoltà di Ingegneria. Mi guardò e mi disse: ma cosa credete di fare voi donne? Dove volete andare? E si rifiutò di correggermi il compito. Dovetti implorare l’assistente per fargli capire che, se non lo avesse fatto, non avrei potuto ottenere la triennale”.

Veronica Pellegrini,
ingegnere progettista della
missione Artemis per la Nasa


Ma ancora serve parlare di parità di sesso? Di pari opportunità? Di uguaglianza di genere? Di sesso fragile? Di quote rosa?!
Ebbene sì.

Il World Economic Forum mette l’Italia al 126esimo posto nella classifica per la parità di salario.
Le statistiche ci dicono che le donne sono sotto-rappresentate nelle facoltà scientifiche, ingegneristiche e statistiche; sono sovra-rappresentate, invece, in quelle umanistiche.

Per colpa di chi?!
Sarà mica che qualcuno ancora crede che esistano materie da maschi e materie da femmine?!?
Sarà mica che siamo ancora colmi di stereotipi inconsapevoli?!
Ebbene sì.

Valore D, in un’indagine che ha coinvolto 17.000 ragazze e ragazzi di seconda e terza media, evidenzia che tali stereotipi sono presenti su 5 ragazz* su 10.

Per colpa di chi, allora?!
Sarà che queste disparità nascano davvero, come molti dicono, sui banchi di scuola?!


Laboratorio di Intelligenza Emotiva sullo sviluppo della Motivazione Intrinseca – a.s. 2019/2020
Classe III elementare
Materiale usato: costruzioni
Attività n.1: raccontaci cosa vuoi fare da grande attraverso la costruzione dell’oggetto che rappresenta il tuo lavoro.
Giulia costruisce una navicella spaziale.
Matteo esclama: Ma l’hai fatta benissimo!!! Allora puoi diventare ingegnere!!!
L’insegnante: Matteo, ma che dici!!!!… É un lavoro da maschi!
Giulia: Maestra, ma io per davvero voglio diventare un ingegnere!

Fine della triste storia.
Penserete che me la sia inventata … magari!

La cultura, la società, i genitori, le famiglie, la scuola… continuamente contribuiscono a creare o rafforzare stereotipi, anche di genere.

Ma, personalmente, che lo faccia la società o la famiglia mi fa meno effetto che pensare lo faccia la scuola.
I docenti sono formati per far crescere ed educare i bambini/ragazzi. É inaccettabile.
A prescindere dalle opinioni personali di ciascun docente (sí “personali”!), il nostro compito è quello di innalzare l’autostima dei nostri alunni e portarli a credere che qualsiasi sia il loro sogno, se davvero lo sentono dentro, saranno in grado di realizzarlo.
A prescindere.
Esatto.
A prescindere dalla famiglia in cui crescono, dalla parte del mondo in cui nascono, dal sesso con cui nascono. ,
Esistono i loro sogni, i loro desideri, i loro valori, i loro talenti e le loro competenze. Ognuno diverso dall’altro. Ma ognuno capace allo stesso modo.
E noi non siamo “nessuno”, per abbassare le loro aspettative, a causa di gretti giudizi, figli di gretti stereotipi.
Inconsapevoli?
Forse.
Ma in classe non possiamo permetterci di essere altro che DEDICATI e CONSAPEVOLI.

Dovremmo ogni istante ricordarci che davanti a noi potrebbe esserci un Einstein, o un Ghandi… oppure una Madre Teresa di Calcutta, o una Saffo, o una Marie Curie.. o una Veronica Pellegrini.

Si, lo so … abbiamo delle grandi responsabilità.
Ma esistono anche altri lavori.


Emilia Andriella