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Home® Work

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“Mamma, oggi papà lavora da casa!”

«8.58; è la prima volta che sono in anticipo al lavoro». Ci voleva Homer Simpson a spiegare il fenomeno dell’home working e del papà che lavora da casa. Era il 5 novembre 1996, quando negli Stati Uniti andava in onda per la prima volta l’episodio dal titolo King-Size Homer, in cui Homer, stanco di andare a lavorare in centrale – anche per gli esercizi ginnici che Burns ha iniziato a imporre agli impiegati – decide di ingrassare per essere dichiarato invalido, così da poter lavorare da casa. Tuttavia, dopo aver ottenuto il suo scopo, si stanca presto per la monotonia delle sue giornate…
L’episodio continua, ma noi ci fermiamo qui, perché c’è già abbastanza materiale sul fuoco.

Le iniziative di welfare spesso non sono quelle che il dipendente vorrebbe avere. Mentre dovrebbero sempre essere un win win, per dipendente e azienda. I provider sono tanti e con tantissime offerte per tutti i gusti: e se fra tutte non ci fosse quella che serve proprio a me? Partire sempre dal bisogno reale!

Il dipendente deve lavorare da solo, ma anche in team. L’home working dell’emergenza Covid (e non lo smart working che è tutta un’altra cosa) ci ha insegnato che ci sono sempre pro e contro da considerare. L’home working è il lavoro del futuro o forse solo uno degli aspetti possibili del futuro del lavoro? Assolutizzare è quasi problematico!

Il successo personale non esiste se non è collegato al successo della famiglia e delle relazioni di cui ogni individuo è portatore. Questo significa che la conciliazione famiglia-lavoro è innanzitutto una ri-conciliazione. Il dualismo famiglia-lavoro è difficile da superare? È la dualità famiglia-lavoro che serve, nel rispetto delle differenze e delle reciproche identità.

E poi ci sono i figli, a cui abbiamo riservato il titolo. Chissà cosa pensano i figli dei loro papà o delle loro mamme che lavorano da casa. E quando girano intorno alla sedia su cui sono seduti mamma e/o papà davanti all’ennesima call, forse pensano: “Chissà, se adesso si gira a giocare con me”. Alzi la mano chi non ha vissuto, almeno una volta in questo lockdown, questa situazione! Speriamo di esserci voltati in tanti…

Sonia Vazzano