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Intervista a Giulia Comba

 

Ciao Giulia, raccontaci come hai incontrato le mappe mentali nel tuo percorso. Le mappe mentali mi sono venute in aiuto nel momento in cui volevo cambiare professione e ho iniziato a ricercare intorno ai quarant’anni degli strumenti che mi dessero un vantaggio per imparare in modo veloce e fare chiarezza rispetto ad un nuovo lavoro che volevo iniziare. Avevo deciso di fare la formatrice e condividere con gli altri quello che avevo imparato.
Le mappe mentali mi hanno aiutato a apprendere nuove cose in modo veloce e coinvolgente e poi, proprio per il successo ottenuto, ho deciso di insegnarle agli altri. In questa direzione ho voluto andare alla fonte e prendere la Certificazione come Istruttore di Mappe Mentali proprio dal suo inventore, lo psicologo inglese Tony Buzan, con il quale ho avuto la fortuna di trascorrere del tempo e lavorare a progetti comuni.

In che modo le mappe mentali possono essere un supporto alla vita dell’uomo? Da sempre, e a maggior ragione in questo periodo, siamo bombardati da milioni di informazioni e il nostro cervello, per quanto sia potente, non ha modo di elaborare queste informazioni in maniera organizzata così da poterle gestire e non subirle.
Mail, documenti, notifiche social, tutta questa marea di bit informativi ci mette in una condizione di quasi paralisi mentale.
Ci sentiamo stressati, frustati e abbiamo difficoltà ad essere lucidi, memorizzare e avere delle idee creative.
Le mappe ci danno la possibilità di semplificare, selezionare e sintetizzare le informazioni in entrata, potendole organizzare e vedere con chiarezza.
E’ un potente strumento di organizzazione del pensiero per gli adulti: dal prendere una decisione per cambiare casa, a rimettersi a studiare e ricordare a lungo termine, a preparare presentazioni fluide e coinvolgenti sul lavoro, a migliorare l’organizzazione del tempo e della famiglia, i benefici sono quasi infiniti e tangibili fin da subito. Soprattutto perché l’uso della carta, dei colori porta il nostro cervello a concentrarsi e a divertirsi, ottenendo uno stato di focalizzazione e benessere difficile da provare quando ci mettiamo a pensare.
La frase che sento spesso dagli adulti è “Ti avessi incontrato quando ero a scuola, non avrei avuto tante difficoltà”. Il tradizionale metodo di studio e di insegnamento infatti non tiene conto dell’energia dei bambini costretti a stare seduti a sentire qualcuno che parla e non tiene conto nemmeno di come apprende meglio il nostro cervello, con immagini, colori, stimoli, emozioni e chiarezza espositiva.
Per questo motivo le Mappe usate dagli insegnanti per spiegare e dagli studenti per fare sintesi e ripassare hanno un’efficacia elevatissima.

Utilizzare le mappe mentali alcune volte può far la differenza. Ci racconteresti un’esperienza particolare? Ne ho moltissime di storie, ma voglio raccontarvene due a cui tengo tantissimo.
L’anno scorso ho avuto il piacere di salire sul palco del TEDx a raccontare come le Mappe Mentali posso aiutarci anche nel cambiamento a trovare nuove soluzioni a vecchi problemi. Nel finale del TEDx ho voluto raccontare di R. un ragazzino di 13 anni che voleva lasciare la scuola. Diagnosticato dislessico si sentiva umiliato dagli insegnanti e non provava più nessun interesse nell’apprendere, solo dolore. Abbiamo lavorato un’estate insieme preparando una tesina con le Mappe Mentali per recuperare la possibile bocciatura e a settembre è successo il miracolo. R. non solo è passato alla terza media, ma a giugno del 2021 è stato il miglior allievo della sua classe a diplomarsi alle medie. “Mi ricordo tutto, non ho più paura”. Queste le sue parole. Le Mappe Mentali coinvolgono completamente il nostro cervello, sia le capacità verbali, strutturali e di organizzazione, sia quelle più creative ed emozionali, permettendoci di lavorare con grande passione, leggerezza e soddisfazione.
Gli stessi risultati li ho ottenuti lavorando con gli insegnanti e gli studenti della Scuola Internazionale di Still I Rise (stillirisengo.org) per bambini profughi a Nairobi in Kenya. Questi bambini di età diverse non hanno una scolarizzazione lineare e l’obiettivo molto ambizioso dell’organizzazione non governativa è di dare loro accesso ad un percorso d’elite come l’Internazional Baccalaureate, la didattica riservata nelle scuole private e costose ai figli di grandi imprenditori, manager e governanti. Con gli insegnanti abbiamo accelerato e reso divertente la preparazione dei 130 bambini di Nairobi per il percorso educativo che cambierà loro la vita, e magari, chissà anche quella del loro paese. Quando sono partita per tornare in Italia, dopo essere stata con loro 15 giorni, le pareti della scuola erano letteralmente tappezzate di mappe mentali.

A scuola, molti testi didattici hanno introdotto le mappe concettuali (soprattutto alla fine dei capitoli) per facilitare i ragazzi nella memorizzazione. Ma qual è la differenza tra mappe concettuali e mentali? E le mappe mentali, in che modo potrebbero essere di supporto ai docenti e ai ragazzi?
Le Mappe Mentali per alcuni versi si sono ispirate alle Mappe Concettuali, modificando il metodo, aggiungendo modalità che rendono l’organizzazione delle informazioni e lo studio molto più coinvolgente ed efficace. Le Mappe Concettuali utilizzano prevalentemente testo strutturato a cascata, mettono in connessione gli argomenti attraverso la selezione di parole chiave che si correlano grazie a relazioni di senso. Tutto questo può aiutare un po’ a semplificare ma non è meno noioso di leggere una pagina e sottolinearla.
Nelle Mappe Mentali la struttura è molto chiara e gerarchica, come quella di un albero, che parte dal centro con un tronco che rappresenta il fulcro dell’elemento e si sviluppa con dei rami principali e dei rami secondari. A dare differenziazione e memoria ci pensano l’uso delle immagini e dei colori che stimolano sia il ricordo che la creatività.
Utilizzando alla massima potenza l’intelligenza spaziale e memoria fotografica le mappe facilitano lo studio di tutti i ragazzi con le loro diverse peculiarità e difficoltà.

Sai che InEmind opera per lo sviluppo delle competenze di Intelligenza Emotiva ed il miglioramento della consapevolezza di sé.
In che modo le mappe mentali potrebbero facilitare questo processo?
Le Mappe Mentali come abbiamo detto prima sono uno strumento a “tutto cervello” ovvero stimolano e allenano i due emisferi, il sinistro con le competenze logiche e il destro con le sue competenze più creative ed emozionali. In questo modo vengono allenate tutte le diverse intelligenze di cui siamo dotati e in particolare modo viene stimolata l’intelligenza emotiva proprio perché le mappe mentali sono strumento che facilita la comprensione di sé, dei propri sentimenti ed emozioni e dei pensieri che stimolano quelle emozioni.
E’ uno strumento di autoanalisi efficacissimo. Non ci fermiamo mai a comprendere come stiamo, quali sono le nostre emozioni, a quali pensieri sono correlati e cosa è importante per noi. Questo ci permette di aumentare la nostra consapevolezza e di conseguenza dirigere il nostro focus verso ciò che ci fa stare bene e ci procura benessere.
Per portare proprio questo benessere è nato il Percorso Mappe Emotive, dando all’Intelligenza Emotiva la forza di coinvolgimento, efficacia e divertimento delle Mappe Mentali. E’ secondo me un percorso innovativo che porterà chiarezza, consapevolezza e nuovi strumenti di benessere ai partecipanti.

Ti andrebbe di lasciarci con un esercizio facile per sperimentare le mappe mentali? 
Volentieri.
Possiamo fare una mappa molto semplice che aiuti a focalizzarci su cosa è importante per noi e, di conseguenza, muovere le nostre azioni e la nostra energia nel realizzare progetti, sogni e idee. Prendi un foglio bianco in orizzontale, matita e pennarelli.
Metti al centro te stessa/o, disegnando qualcosa di semplice come un cuore e il tuo nome, o un piccolo schizzo che ti rappresenti (anche un fiore, il tuo sport preferito, un simbolo) e apri a raggiera da 4 a 6 rami, non di più, iniziando in alto a destra (le strutture radianti si leggono come l’orologio analogico). Su ogni ramo scrivi un ambito della tua vita su cui vuoi riflettere: ad esempio salute, famiglia, lavoro, tempo libero e non dimenticare te stessa/o. Molte volte siamo così concentrati a realizzare quello che serve o è richiesto dall’esterno che ci dimentichiamo di noi, il motore di tutto.
Dal primo ramo in alto a destra, esempio salute, traccia due o tre rami e scrivi sopra al ramo (mi raccomando, immagina la parola come un uccellino che si posa sul ramo e si fa sostenere) cosa per te è importante riguardo alla salute. Ad esempio per me è importante l’alimentazione e fare sport, mi sostiene nei momenti di forte impegno mentale. Aggiungi sopra alla parola o a fianco dei piccoli simboli come la bicicletta per lo sport e una mela per enfatizzare un’alimentazione sana. Le immagini fissano i concetti e stimolano le nostre emozioni. Usa colori diversi per ogni ramo, ti aiuterà una volta terminata la mappa a ricordare e a connettere i pensieri a quel particolare colore.
Quando hai fatto tutto il giro guarda la mappa nel suo insieme: cosa hai provato?
Le parole che le persone a cui insegno dicono di più sono: serenità, chiarezza, divertimento, piacere, benessere, comprensione, relax.
Vuoi provare anche tu tutto questo? Basta un foglio, dei colori e un po’ di tempo da dedicarti!
Buone Mappe!