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La “scomparsa delle madri”

  • Categoria dell'articolo:Re-balance

Oggi siamo di fronte ad una scomparsa delle madri che va di pari passo con la rivendicazione di una presenza femminile nel mondo del lavoro (ndr. i numeri sulla natalità ce lo confermano e anche i dati sull’occupazione femminile).
A scomparire non è la “mamma”, identificata con un compito o un ruolo, ma la “madre”, portatrice di valore, di “quella particolare attitudine verso l’umano” che è innanzitutto accoglienza, compassione, attenzione al bisogno, protezione, cura.
Con la “scomparsa delle madri” viene meno lo spazio per l’altro (accogliere), che nell’ottica del lavoro è uno spazio alla collaborazione. Con la scomparsa delle madri viene meno lo sguardo sull’altro (immaginare), che riletto nell’ottica del lavoro è uno sguardo sulla creatività che nasce dall’accoglienza del limite di ciascuno. Con la scomparsa delle madri viene meno il bene dell’altro (prendersi cura), quel bene comune che risiede nella convinzione di mettere la persona al centro nelle aziende, perché l’umano possa essere fonte di benessere sia per i dipendenti che per le organizzazioni.
Nella maternità, la donna si trova a gestire un doppio cambiamento: accogliere la novità (che è sempre imprevista) e accettare la responsabilità (a partire da ciò che si è, ovviamente con limiti e fragilità). E nello sforzo di mantenere un equilibrio, l’accoglienza può trasformarsi in appropriazione, l’immaginazione in controllo, il prendersi cura in debito.
Le donne equilibriste di cui si parla tanto oggi sono quelle che cercano di barcamenarsi come possono tra lavoro e famiglia. Queste donne, “portatrici del senso della ritmicità della vita”, portano avanti una battaglia, quella per la conciliazione famiglia-lavoro, che non è solo una “loro” battaglia.
Il tema allora non è tanto quante donne lavorano e quante no, ma quello che le donne possono portare al mondo del lavoro in quanto donne e/o madri. Se scompaiono le madri, e se quindi con esse viene meno l’identità, che ne sarà del lavoro del futuro?
Una questione, questa, che potrebbe anche essere posta diversamente: se, con le madri, sono anche i padri a scomparire, che ne sarà del lavoro del futuro?


* Questa riflessione è frutto di una lettura che per me è sempre fonte di nuova ispirazione ogni volta che la riprendo in mano: Erotica & materna. Viaggio nell’universo femminile, un libro di Mariolina Ceriotti Migliarese (Ares, 2015).

 

Sonia Vazzano