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Nuovi esami, stesse paure!

  • Categoria dell'articolo:Educazione

Volevo approfondire il tema dell’esame scolastico insieme ai ragazzi che lo affronteranno quest’anno.

Riflettere e far riflettere sulle emozioni dei ragazzi, in vista dei nuovi esami:

▪ in presenza;

▪ in assenza delle prove scritte;

▪ alle prese con la discussione di un elaborato precedentemente sviluppato, il cui tema viene assegnato dal team docenti;

▪ con l’integrazione, nella valutazione, del curriculum vitae, costituito da varie esperienze, comprese quelle extra-scolastiche.

Ho intervistato un po’ di ragazzi di terza media e quinto superiore, e le mie domande erano sì centrate sulle emozioni ma in relazione alla pandemia, all’anno ballerino tra presenza, DAD e DDI e a questi esami nuovi e diversi rispetto al passato.

Intervistando e intervistando ancora, mi sono resa conto di una banalità che, a volte, a noi adulti sfugge: la novità e la diversità la viviamo prevalentemente noi adulti che osserviamo il cambiamento dal nostro punto di riferimento passato.
I ragazzi, infatti, quasi non comprendevano le mie domande: per loro, la novità era la normalità.
É novità solo nella misura in cui affronteranno l’esame per la prima volta, ma ciò che è accaduto di diverso negli anni scorsi… non è rilevante.
É il loro esame e, come ogni esame, ha in sé nascoste le sue difficoltà.
Noi avevamo il problema degli scritti, loro quello dell’elaborato. E guai a noi se diciamo che il nostro esame era più difficile! Perché anche loro vivono, davanti ad un ignoto banco di prova, le nostre stesse emozioni.

Ma quali sono le emozioni che accompagnano i ragazzi a questo nuovo esame? Esattamente le stesse che hanno accompagnato noi 20, 30, 40 anni fa.

Paura del giudizio, timore di sbagliare, vergogna per non sapere abbastanza, preoccupazione di entrare in confusione e bloccarsi, ansia da prestazione, consapevolezza di giocarsi parte dell’impegno di un corso di studi in 15 minuti, terrore di deludere i genitori o i prof che hanno creduto in loro.

Mamma mia però! Voi adulti siete monotoni! Dite sempre le stesse cose!
Vabbè abbiamo capito che secondo voi i vostri esami erano veri e i nostri sono una formalità. Però quando bevete un bicchierino in più, ci raccontate pure che gli scritti erano un copia copia infinito, e che vi presentavate alla maturità con le cartucciere piene.
E, se davvero vuole sapere la mia, io credo che voi avevate più possibilità e venivate valutati a 360°: due prove scritte e una orale. Tre chance di rimediare.
Noi abbiamo una sola prova. Se va male, ci freghiamo
.
Giulio, 18 anni, Liceo Scientifico – Caserta

Che emozioni posso mai provare?! Paura ovviamente.
Mi sto preparando all’esame da Settembre. Mi dico: dai Giulia, stai tranquilla, sei preparatissima, è come un’interrogazione.. solo che ci sono tutti i prof.
Allora me li vedo tutti schierati e più che un’interrogazione mi sembra un interrogatorio e mi sudano le mani…mi si ferma la salivazione… e poi il cervello mi va in pappa.
E se mi blocco lì?! Che figura che farò… già m’immagino quella di filosofia che mi guarda e scuote la testa come a dire: lo sapevo che finivi così… troppo emotiva!

Lavinia, 18 anni, Liceo Classico – Milano

Ma lei è matta?! Mia madre o mio padre?!
Ma piuttosto faccio entrare uno sconosciuto!
Già io sono in ansia da prestazione da solo, figuriamoci avere uno dei due dietro che poi se sbaglio una risposta, me li devo sentire pure dopo a casa!
Per carità!

Lorenzo, 13 anni, terza media – Roma

Mi dispiace che non ci siano i miei compagni a darmi coraggio.
Loro mi sostengono, mi sento protetta.
Se dovessi bloccarmi o non sapere qualcosa, mi sentirei sostenuta.
Per non sentirmi sola, farò venire mia nonna. Mia nonna sa tutto e non giudica. Non critica mai, al massimo ti dà un consiglio. Lei è il mio spirito guida.
I miei genitori?! Per carità! Mi mettono un’ansia da prestazione infinita. Meglio sola poi…

Alice, 14 anni, terza media – Roma

Bene.
Direi che abbiamo materiale su cui riflettere.

Genitori e professori,
rimediamo e allentiamo la tensione, se non prima dell’esame, almeno prima dei “quadri”. Un consiglio?
Diventiamo contenitori e allontaniamoci dal nostro essere brocche.
Ma prima di farlo, ricordiamoci quanto eravamo vulnerabili quando gli esaminandi eravamo proprio noi.
Solo così possiamo diventare spiriti guida come la nonna di Alice… “che al massimo dà un consiglio, ma non critica o giudica mai”.


Emilia Andriella