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The Wall

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“Hey, Teacher, leave them kids alone”
 

Oggi ricorrono 42 anni dall’uscita dell’album The Wall dei Pink Floyd.
Non voglio parlare di musica, immagino che su quella siamo tutti d’accordo: a prescindere dal fatto che ci piaccia o meno, è uno degli album più famosi (e, direi, geniali!) della storia della musica.

Voglio, invece, parlare, come al solito, di emozioni.

Ogni volta che penso a questo album, non riesco a non provare profonda tristezza pensando alla Scuola e a fare un minuto di silenzio per tutti i TALENTI, dell’ultimo secolo e non solo, soffocati nella rigidità e nella paurosa prepotenza dei docenti… o fuoriusciti ammaccati, attraverso parti sofferti, dagli insulti degli stessi.

Oggi, però, pensavo a quanto sia cambiata la figura dell’insegnante e della Scuola in genere.
Nel brano Another Brick In The Wall, Roger Waters racconta di un insegnante-simbolo frustrato (e “frustato” dalla moglie), che scarica la sua rabbia e il suo senso di inadeguatezza sugli alunni.

Se penso a molti dei miei colleghi, vedo comunque tanta frustrazione, ma senza frusta!

A dirla con Massimo Recalcati, si tratta della rappresentazione della “Scuola-Edipo”: una scuola con <<un’anima fascista>>, dove <<l’apprendimento risponde al criterio autoritario e conformistico dell’obbedienza>>.
Dove il docente è insieme Istituzione e Tradizione: padre-padrone.
Dove l’Educazione è vista come un <raddrizzamento morale> e il pensiero critico un’insubordinazione all’autorità.
Dove gli stessi genitori sono in subordine rispetto all’autorità-insegnante.

Certo è, però, che salire in cattedra protetti e osannati da questo tipo di cultura, metteva i docenti su di un piano più alto, in condizione di vedere a lungo raggio, avendo un minuto di vantaggio su qualsiasi avversario.
Spalle coperte, insomma!

Oggi, sempre a dirla con Recalcati, siamo nell’epoca della “Scuola-Narciso”.
Dove i genitori e i figli si perdono nella propria immagine.

Dove il mondo è ridotto a immagine del loro Io.
Dove c’è disconnessione e non c’è relazione con l’altro.
Dove <la nuova alleanza tra genitori e figli disattiva ogni azione educativa> dei primi, che non fanno altro che eliminare ostacoli dalla strada dei propri figli.
Dove il fallimento non è tollerato.

E dove, tra questi dove, la figura del “padre” si è vaporizzata; e, con lei, anche quella del docente che appare in un angolo, in solitudine, con le spalle scoperte… e due narcisi, coalizzati, che lo puntano.
E non c’è più tradizione e cultura in grado di dargli quella prospettiva ampia e quel minuto di vantaggio dagli avversari.

E gli alunni?… I primi hanno sofferto le frustate e, proprio per questo, sono stati indotti al conflitto per la rivoluzione.
I secondi stanno ancora soffrendo la frustrazione e, proprio per questo, li vediamo “spenti nel desiderio”.

Allora non ci resta che sperare che, tra qualche decennio, in questo stesso giorno, qualcuno parli della Scuola- Telemaco.
Una Scuola in cui i docenti riacquisteranno la loro dignità di istituzione, ruolo e persona; in cui i genitori non confonderanno il loro ruolo perdendone il valore educativo e dove i figli, lontani dalle repressioni e dalle frustrazioni, possano desiderare, esprimere e vivere alla luce del sole i conflitti generazionali e quelli contro le istituzioni.

Qualsiasi cosa accada, Another Brick in the Wall resterà una lacerante ed inquietante fotografia, un pezzo di storia raccontato in maniera geniale, senza il quale non avremmo coscienza di chi siamo stati, chi siamo e chi potrem(m)o essere.

 

“Hey, Teacher, take care kids alone”

 

Emilia Andriella