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Un Aladino in portineria

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Ma poi, sti bidelli che fanno in pratica?!
Tutta gente che sta là a fregarsi lo stipendio per restare in portineria a salutare i ragazzini.
Almeno una volta pulivano, ora neanche quello più!



Effettivamente, se dovessi dire quali siano i compiti di un collaboratore scolastico.. proprio bene non lo so.
Posso, però, dare un’idea di ciò che realmente fa.


Quella del collaboratore scolastico è l’unica figura mitologica reale e tutt’ora esistente.
Metà uomo, metà Aladino.
Ha il dono dell’ubiquità, quello della velocità, quello del problem solving, quello dell’empatia… Specializzato in: pronto soccorso, pediatria, nutrizione, psicoterapia, ortopedia, fisioterapia, ingegneria, allergologia, taglio e cucito, scenografia, coreografia, organizzazione di eventi, spargimento di calore umano ..


Certo, ci sono anche esemplari un po’ malandati… ma come in ogni specie che si rispetti!

E poi ci sono gli esemplari rari, come Fabio.

Un paio di mesi fa ero in classe, una terza elementare, e stavamo facendo un laboratorio di Intelligenza Emotiva, attraverso un gioco chiamato “Paure nel cappello”.
Allenavamo l’empatia tirando fuori le paure di ognuno.
Non so come, siamo finiti al primo anno di scuola primaria e alle paure dei primi giorni: paura delle maestre, dei nuovi compagni, di stare senza i genitori, di aver perso i compagni della scuola dell’infanzia, di non avere punti di riferimento già collaudati..

E così:

Mi ricordo che Fabio mi ha sentito in bagno mentre singhiozzavo e mi ha regalato una figurina della Roma.
Michele


Il primo giorno di scuola ero disperata perchè mamma se n’era andata e mi mancava. Allora Fabio mi è venuto vicino e mi ha detto: se guardi bene dietro quella pianta, vedrai che è nascosta lì dietro e resterà lì fino alla fine della giornata.
Così mi sono rasserenata… anche se poi, col tempo, ho capito che era una bugia. Però mi sono affezionata a quella pianta: anche ora, quando la guardo, mi rilasso.

Alice

Ma ti ricordi quando mi sono sbucciata il ginocchio?! Io ero convinta che sarebbe arrivata l’ambulanza. Invece Fabio mi mise il ghiaccio con quelle sue mani grandi e mi disse che più erano grandi le mani di chi premeva il ghiaccio, e prima si guariva.
Così mi sono tranquillizzata, perchè lui le aveva enormi.

Giulia


Io, in prima, piangevo sempre, mamma mia! Mi ricordo che dopo una settimana, ancora piangevo perchè mi mancava Paolo, il mio migliore amico dell’infanzia. Così Fabio mi prese in braccio e mi disse: in che classe sta? Lo cercammo e mi fece stare con lui fuori dalla sua classe. E mi disse che mi ci avrebbe accompagnato tutte le volte che volevo.
Luca

Potrei continuare all’infinito.
Potrei raccontare che per lui c’era sempre un motivo per sorridere, che non esisteva una giornata negativa anche quando c’erano mille problemi, che secondo lui per ogni problema c’erano almeno 10 soluzioni: se non le trovavi, non stavi cercando bene, che aveva sempre la parola giusta al momento giusto, che ti diceva cose che ti trafiggevano per quanto coglieva nel personale … ma non era mai invadente.

Questo è uno di quegli esemplari che, se c’è, si sente anche quando non lo vedi.


Però nulla dura in eterno.
E così questo esemplare, la mattina era a scuola sorridente e accogliente come sempre e poi, senza far rumore e senza dar fastidio, il pomeriggio se n’è andato per sempre, mentre dormiva. Con la leggerezza che lo ha sempre contraddistinto.


Ma poi, ci chiedevamo con i bambini, se ne sarà andato per davvero?!… O si è nascosto dietro qualche pianta del giardino, come la madre di Alice?!…
Chissà…
Certo è, che anche se non c’è, tutte le volte che noi passiamo davanti la portineria ed entriamo col peso del problema che abbiamo quel giorno, ricordiamo il suo sorriso leggero e ci spogliamo di ogni preoccupazione.
E ci ricordiamo anche che la vita è un attimo, e va vissuta… con leggerezza.

Ecco cosa fa un bidello.
Fa tutte quelle cose che sfuggono ad una mamma, ad un papà o ad un insegnante. Raccoglie i bisogni che ci cadono dalle tasche: a noi adulti ed ai ragazzi.

É padre, madre, nonno, zio, amico, insegnante, dottore, compagno di giochi… Ecco chi è veramente un collaboratore scolastico.

Emilia Andriella