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Un libro non è mai per caso

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Un libro può salvare una vita.
E, se non la salva, di certo la cambia.

“Maestra, che ci torno a fare a casa, se ho perso tutto?”.
Martina, 8 anni.

Erano settimane che Martina entrava in classe con i capelli mezzi arruffati, si trascinava le gambe e lo zaino e aveva gli occhi spenti.
Martina era sempre stata la bambina perfetta: onesta, gentile, studiosa, grata, ballerina, attenta, gioiosa, precisa, colorata, profumata. Quelle bambine che ti dispiace consegnare alla mamma all’uscita, perché te le porteresti volentieri a casa. Una specie di scaldacuore, una coperta di Linus.

Nelle ultime due settimane, sembrava essere diventata un’altra bambina.
Il papà e la madre, dopo l’ennesimo lacerante litigio, avevano deciso di separarsi. Il papà aveva fatto le valigie e non era più tornato.

Martina era straziata.
Non tutti i dolori sono uguali.
I fatti sono uguali, ma l’intensità dei dolori è soggettiva.

Si dice che i livelli di tristezza si leggano anche in base a quanto la persona si trascuri. Non avevo mai visto un bambino trascurarsi volontariamente in quel modo.
Ero preoccupata, ma non riuscivo ad essere lucida e non sapevo cosa fare.
Siamo umani, a volte accade anche questo a noi docenti!

In realtà, stava accadendo qualcosa di chimico tra me e Martina.
Anche io avevo perso qualcosa in quel periodo.
E il mio dolore, sovrapponendosi e mescolandosi con quello di Martina, non mi permetteva di aiutarla nello scorgere la luce.
Martina aveva un buco incolmabile.
Ma lo avevo anche io.

Il mio motto è che “da soli non si va da nessuna parte”.
Così, per aiutare Martina, chiesi un consiglio ad una mia cara collega esperta, Lorenza: una maestra magica che aveva occhiali dai quali vedeva oltre.. e aveva sempre il libro giusto da suggerire!
Mi indicò un libro.
IL BUCO, Anna Llenas

Un libro per bambini.
Ma esistono libri che sono per tutti: grandi, piccoli, gatti, giraffe, orchidee e meli! Perchè parlano di emozioni. E, quello delle emozioni, è un linguaggio universale.

Non voglio spoilerare il contenuto, quindi dirò solo che quel libro aiutò me e Martina a fare amicizia col nostro buco.

Ci indicò la strada del processo che avremmo dovuto vivere, da sole, ma mano nella mano, per trasformare quel danno nella più grande risorsa che ci avrebbe accompagnate nella vita.

Dopo un po’ di anni, posso dire che la Martina perfetta che avevo conosciuto era scomparsa e, insieme a lei, anche la Martina trascurata.
Hanno lasciato il posto ad una bambina intensa e consapevole, gentile e vulnerabile.. una roccia ricoperta di fiori!
Quanto a me, ogni giorno ringrazio Martina, Lorenza, IL BUCO e il mio dolore per avermi portata dove sono.

Un libro non è mai per caso.
C’è sempre un motivo per cui lo scegliamo o ci viene donato.
Ed è un’avventura. Anzi, una caccia al tesoro!
Ed il tesoro non è altro che un semplice e banale messaggio che ci arriva dritto nella pancia: a volte ferocemente, altre dolcemente.
Ma che colpisce, dove deve.
E riesce spesso,in quella missione impossibile d’includere quei pezzi di noi che, per paura di soffrire, terremmo volentieri fuori.

Includerli è il dono più grande che possiamo regalarci.


Emilia Andriella